martedì 26 giugno 2012

PostHeaderIcon Solo a me possono capitare certe robe[ATTENZIONE LEZIONE DI VITA INSIDE]

è una classica storia di miscomunicazione questa.
 Se ci facessero un film probabilmente farebbbe schifo(anche perchè durerebbe si e no 10 minuti) ma comunque penso che valga la pena di essere raccontata, perchè insegna a tutti noi qualcosa di estremamente importante.
L'altro giorno(tipo due settimane fa ormai?) ero uscita e mi recavo tutta baldanzosa a mangiare giapponese per festeggiare un compleanno. Era da un bel po' che non mettevo piede fuori casa,quindi ero felice e serena.

[Inquadratura 1 ]Scena iniziale: Era un giorno come gli altri  a Villaggio pinguino 

Salgo sul tram, non è molto affollato quindi mi siedo. Vicino a me c'è un signore sulla 50ina, ma alla fermata successiva scende in preda alla fretta, lasciando sul sedile una carta di merendina.In compenso sale un signore anziano che si siede vicino a me, ma tempo di uno schiocco di dita(che insomma se le si schiocchia lentamente può anche essere un tempo molto lungo.)e il suo viso di simpatico signore anziano si trasforma in quello di un anziano molto molto adirato.
Scena II : Galeotta fu l'ardita confezione di una cazzo di merendina
 
Ho le cuffie e quando inizia a parlare nella mia direzione non capisco bene cosa dice quindi stoppo la musica e le tolgo <<...EDUCATA!">>  è arrabbiato, tradito, "scusi?"chiedo in nel modo più gentile possibile, "MALEDUCATA!""continuo a non capire, ma l'anziano signore che sono convinta in altre situazioni sia simpaticissimo ma che in questo momento è evidentemente adirato con me  per un motivo che in quel preciso istante ignoro, viene in mio soccorso sventolandomi sotto la faccia la carta di merendina.
"Non si lasciano le carte sui sedili!".
Sorrido cercando di fargli capire che capisco la sua nobile causa ma che il colpevole è da cercare altrove: "Guardi signore che non è mia". Mi scruta, esamina, osserva. Mi guarda come si fa con un cane che scodinzola ignaro nell'istante in cui il padrone scopre la cacca sul tappeto.
"Si, certo, si figuri.Adesso non è sua!"
Allibita mi viene in mente di spiegargli che su quella cartaccia ci sono evidenti tracce di cioccolato, sostanza che non posso ingerire poichè mi fa male ma poi ripenso a Conan e capisco che in fondo quel nanetto saccente non stava simpatico a nessuno e sto zitta.Seguono altri maleducata di qui maleducata di là supportati ormai è evidente da tutto il pubblico sul tram, a parte una signora seduta di fronte a me che aveva visto il vero colpevole ma faceva la gnorri e mi sorrideva con fare beffardo.

Scena III :Deus ex machina
Insomma dopo tutto questo trambusto, dopo essermi presa della bugiarda maleducata screanzata giovane menefreghista accade l'inimmaginabile.E no, la signora seduta di fronte a me non fa outing scagionandomi. Ma il sopracitato signore anziano si alza e cosa fa? Fa per buttare la carta dal finestrino del tram.Spinta dal coraggio datomi dalle lezioni di ecologia in terza liceo e dalla raccolta differenzia attuata dal mio condominio  (e dal fatto che i cartoni della pizza, cari miei, non vanno buttati dentro il bidone della carta. ) mi lancio in un <<Ma fermo, ma mi scusi ma cosa fa! Me la dia che la butto io quando scendo dal tram.>>
L'anziano signore mi guarda come se avessi appena ammesso un omicidio plurimo e me l'allunga esclamando (decisamente soddisfatto, a dirla tutta) " ALLORA LO VEDI CHE è TUA?"
Io sto zitta, e mi rassegno al mio destino.


Ora cosa ci insegna questa storia?
Ci insegna che se dovete buttare qualcosa, fatelo negli appositi cestini perchè se no poi  i coglioni li rompono a me.
Distinti saluti.
martedì 28 febbraio 2012

PostHeaderIcon Il Cinismo Fashion ( o Alternativo)

Partiamo dal principio, il cinismo fashion è sempre esistito, è quel cinismo che non è fine a se stesso, ma che serve per mostrarsi agli altri.
Il cinismo fashion è un controsenso bello e buono.
Di recente è diventato assordante per colpa di internet.
Questo perchè internet e i social network permettono alle persone di dire più cose di quanto siano abituate ad esporre. Da' il potere di dire la propria opinione pubblicamente avendo il controllo di ritirare ciò che è stato detto in qualunque momento con un semplice click, o di controbattere al sicuro nella propria casa, senza dover confrontarsi faccia  faccia con qualcuno.
E così, c'è da dire, che siamo capaci tutti.(me compresa, dato che ho questo blog)
Il cinismo fashion è un paradosso, questo perchè tralasciando per un attimo le origini della corrente filosofica greca che gli appartiene, il cinismo è per dirla banalmente e senza giri di parole una forma di indifferenza verso la totalità.
Supposto questo il paradosso si compie nell'esatto istante in cui il cinismo viene usato per mostrarsi agli altri. Non ha senso, perchè è una cosa che fra tutte quante è quella che meno dovrebbe interessare, il mostrarsi, intendo.
è come quando una persona fa presente che non gliele frega nulla di qualcosa.Volendo mostrare il fatto stesso del non interesse mostra invece un interesse discreto.
Penso sia differente dall'ipocrisia per il semplice fatto che l'ipocrisia è vista socialmente come un fingere qualcosa di positivo quando ci si comporta o la si pensa in realtà in modo negativo.
Il cinismo fashion è quasi il contrario, è un mostrarsi indifferenti a tutti e tutti , quindi una cosa che comunque dalla società è delineata come negativa, quando invece si è suscettibili all'opinione altrui e all'immagine che si da'.
Insomma la si fa passare come una cosa fine a se stessa, quando in realtà non lo è affatto.
è il contrario della maturità, è come quel bambino che al parco giochi fa le cose più spericolate, e si gonfia come un piccolo galletto, tronfio della sua superiorità inesistente.
Salvo poi andare a piangere dalla mamma appena si fa male sul serio, incolpando gli altri.

Insomma io trovo il voler dimostrare agli altri di essere cinici sia una cosa non solo senza senso ma anche un po' demenziale.
domenica 5 febbraio 2012

PostHeaderIcon Il perchè sono convinta che morirò da sola con i miei 27 gatti (Reprise ft. Insonnia)

Riproviamoci, sono le 6:06 e mi devo svegliare alle 7 quindi andare a letto ora non è di nessuna utilità, trasformiamo questo lasso di tempo in qualcosa di meno inutile che stare su 9gag o tumblr o altre cose di questo tipo.(Guardare puntate del Doctor Who non è affatto inutile, a fatto di utilità viene subito dopo lo studio. Che sia chiaro!!!)
Allons-y dunque!
Quando si tratta di relazioni, socialità e altre cose molto simili a queste è un brutto, bruttissimo affare per me.
Diciamo che non ho troppi problemi a fare amicizia, sono una persona molto tollerante e alla quale piacciono le persone diverse da lei.
La maggiorparte degli amici con cui parlo di più è composta da persone totalmente diverse da me, e purtroppo non ho amiche femmine strette.
Amiche femmine strette significa le classiche amiche giornaliere, con cui esci spesso ti senti spesso etc, non che io non abbia amiche, ne ho poche e che purtroppo sento raramente.
Ho questo grosso problema, non so fare amicizia con le femmine e la maggiorparte di esse finisce per odiarmi, in un modo o nell'altro.(ma di questo parlerò più avanti)
Come amicizie alla fine non sono mai stata messa malissimo, in generale, tralasciando il fatto che sotto sotto sono una persona molto solitaria non penso di potermi lamentare troppo. Non ho un gruppo di amici fisso, questo sì, ma solo perchè tendo ad evitare queste cose come la peste, mi sono sempre trovata male perchè assolutamente non so comportarmi ne' da leader ne' da persona che segue le altre senza pensarci troppo su in ogni cosa che fanno. E questo, a quanto pare, non va bene.
 In compenso il campo delle relazioni è un campo bombardato, distrutto e in gran parte infertile.
Uno dei miei problemi principali è a quanto pare avere una madre che come prima cosa mi ha insegnato ad essere indipendente e a reggermi assolutamente sulle mie gambe.
Non credo nel principe azzurro ne' credo nell'uomo ideale o nella persona giusta che di colpo arriva e grazie a lei tutti i tasselli del puzzle si mettono a posto.

Tempo fa feci un bel discorso molto lungo sull'amore e queste cose qui ma non so se ho abbastanza voglia di andarlo a cercare.
No, decisamente no.
Diciamo che ho una visione dei rapporti di questo tipo decisamente diversa dalla maggiorparte delle persone.(a quanto dicono le persone eh.)
Innanzitutto partiamo con le cose a cui non credo in modo molto semplice senza star qui a fare grandi discorsi:
-Non credo nei rapporti in simbiosi, è una cosa che non posso e non riesco a tollerare.
-Credo che la frase "non posso vivere senza di te" sia più agghiacciante che romantica o intensa.
-Non credo nell'annullare la propria identità e inglobare direttamente l'altra persona e diventare tutt'uno.
-Non credo, come ho detto prima, nell'uomo ideale o nella persona perfetta per me e altre amenità di questo tipo.
-Non venitemi poi a parlare del colpo di fulmine, invenzione geniale della natura non c'è che dire, ma pur sempre agghiacciante come le precenti opzioni.
-Non credo nel bisogno delle altre persone, nel senso che non penso sia una cosa reale se applicata a tutto il fattaccio dell'"amore".

Su quest'ultimo punto ho una teoria che sarà banale ma su cui si basa il mio intero credo, che è la seguente:
Penso che aver bisogno di una persona sia una cosa estremamente egoistica e che riguardi più l'amore che si ha per se stessi che quello che si prova per gli altri.
Con questo non dico che non ci siano momenti in cui si abbia bisogno di altre persone, che sia per solitudine, per sfogarsi o altro, ma credo che questo non c'entri proprio niente con l'amore.
Credo che sia un sentimento più vero il voler stare con una persona nonostante si possa fare benissimo a meno, che averne bisogno incessantemente.
E come detto prima non credo che l'amore o avere una persona a fianco sia la soluzione ai nostri problemi di solitudine.Credo che invece a lungo andare sia più alta la probabilità che questi problemi peggiorino.
Trovo che voler trovare la persona ideale per noi sia soltanto un altro tipo di egoismo più che il frutto di un sentimento sincero.
E qui si ritorna al mio grande problema, sono una persona molto indipendente e alle volte parecchio distaccata e poco incline alle cose dette sopra.
Non perchè sia una persona arida o perchè sia incazzata con il mondo.               
Le relazioni mi hanno sempre più complicato la vita che messa a posto, e non per colpa delle persone che c'erano dall'altra parte ma per come sono fatta, purtroppo. Ho sempre vissuto queste cose con una parte di me che letteralmente soffocava e si trovava a disagio a dover stare così vicino ad un altro essere umano, sotto pressione per la responsabilità di quello che una cosa del genere implicava.
Qualcuno potrebbe confondere questo sentimento con mera vigliaccheria, ma non sono sicura, è probabile che ci sia un fondo di verità certo, ma penso che sotto ci sia anche l' autocoscienza del rendersi conto delle proprie debolezze e dei propri limiti da essere umano  e non sempre è semplice riuscire a tamponare le nostre mancanze. Ma non prendete la cosa come una scusa, è una spiegazione.(detta in breve, ci sto lavorando.)
Però sono indipendente perchè sono da sempre convinta del fatto che per essere davvero utili agli altri, per riuscire ad amare davvero qualcuno e ad aiutarlo anche nei momenti più bui sia assolutamente necessario prima di tutto sapersi reggere sulle proprie gambe ed avere la forza di risolvere prima i propri problemi e turbe psicologiche personali.
Trovo che pretendere di proteggere ed essere di aiuto agli altri quando invece siamo presi solo da noi stessi usando gli altri come pretesto per sentirci utili  e forti e apprezzati, sia solo un boost per l'ego in pratica. Ritengo che qualsiasi relazioni che manchi di questo presupposto sia destinata a fallire in qualche modo o alla fine tenda ad essere estremamente distruttiva.
Questo perchè? Perchè le persone sono persone,e soprattutto  le persone sono fragili.
Mettendoci in una relazione diventiamo automaticamente i diretti responsabili della maggior parte delle ferite che potremmo infliggere ad una persona e se quella persona l'amiamo davvero e ci sta a cuore il suo benessere questa diventa una bella responsabilità se ci si pensa.E se da soli non riusciamo a capirci, a riflettere su noi stessi a lavorare sulle nostre ferite ad essere davvero consapevoli di cosa proviamo e sperimentiamo e a ragionare sul perchè facciamo determinate cose è assurdo arrogarsi la presunzione di poter essere in qualche modo utili davvero ad una persona che ci si avvicina in maniera profonda come accade nell'amore o nelle amicizie strette.
Per questo non penso che la mia convinta indipendenzia sia in realtà così sbagliata e non penso neanche che sia la causa dello sfacelo dato dalle relazioni che ho avuto.
Penso e sono convinta che ci siano diversi tipi di amore, penso che ognuno abbia un proprio modo specifico che si plasma in base alla persona che amiamo, non penso sia unico, al di là delle reazioni del nostro corpo.(battito cardiaco, senso di appartenenza blabla, le sappiamo.)Penso che amare una persona perchè è come la vogliamo noi sia un sentimento labile e fragile, credo invece che sia l'interezza di una persona che dobbiamo apprezzare, la sua complessità e il saper accettare le sue debolezze e saper comprendere le parti più oscure e fragili della sua mente. Nessuna persona è intonsa o pura, è una cosa che bisogna accettare, sia per quanto riguarda se stessi che gli altri individui.
Non credo neanche che se due persone si amino a vicenda debbano necessariamente stare insieme. E trovo che l'amore sia anche una questione di libertà reciproca e di scelte, più che una catena che lega senza possibilità di scampo.
E penso che sia, al di là di tutte le cose belle che può portare, qualcosa di terribilmente concreto, fatto di quotidianità, alle volte di noia, di parole troppo sincere, e che bisogni viverlo giorno per giorno, di incertezza del domani che si contrappone al coraggio di volerlo affrontare, e anche di delusioni. Specialmente delusioni.

Bisogna saper affrontare la delusione che avviene quando l'immagine dell'amato che abbiamo nella nostra testa si scontra con l'interezza reale della persona che ci sta di fronte.
A parole sembra semplicissimo ma secondo me non sono cose così immediate.
Insomma detta in parole povere:
Sono una persona indipendente che tende a sentirsi soffocata appena le si tocca la propria indipendenza.
Non ho bisogno di nessun principe azzurro/maschio alfa/uomo ideale/McDreamy che mi salvi dallla crudeltà del mondo.
Non ho il bisogno emotivo di un'altra persona che mi venga a salvare/mi faccia compagnia. Sono una persona che tende ad avvicinarsi agli altri per curiosità e per interesse, non per bisogno o solitudine.
Non rinuncio alla mia individualità e al mio pensiero. Esempio pratico :non do' ragione alle persone solo perchè stanno con me, non penso che siano dio sceso in terra o un dono del cielo e che quindi non sbaglino mai. E sono abbastanza intransigente su questo punto.
Sono allergica alla gelosia perchè parto sempre dal presupposto che stare con una persona sia davvero una roba complicata, e se uno ci sta significa che tutto quel complicarsi la vita vale in qualche modo la pena.
Sono una persona molto complicata. e non è una cosa alla "oh come sono complicata *wink*" tipo elogio o particolarità, anzi è uno dei miei difetti più spiccati.
E ho questo problema, questo problema molto grande del non tollerare di appartenere ad una persona.
Non riesco ad appartenere neanche a dei luoghi, figuriamoci alle persone.
E questo vale anche al contrario, le persone per me non sono degli oggetti, non le dichiaro mie per chissà quale legge dello stato di Amorelandia. Amo la libertà e il libero arbitrio, e per quanto io possa trovare difficile rapportarmi alle altre persone non ho paura dei legami in realtà, semplicemente trovo che il rispetto per le persone sia fondamentale, e credo che cercare di farle nostre sia qualcosa di terribilmente sbagliato.
E qui mi permetto di citare uno dei miei scrittori preferiti, David Foster Wallace :

La libertà del tipo più importante richiede attenzione e consapevolezza e disciplina, e di essere veramente capaci di interessarsi ad altre persone e a sacrificarsi per loro più e più volte ogni giorno in una miriade di modi insignificani e poco attraenti.
Che sia chiaro, non credo che mettere in atto tutto questo sia impossibile, credo che sia però molto difficile, non sono cose automatiche sono ragionamenti che hanno bisogno di un percorso e penso  che ci voglia una maturità tale che si acquista solo con il passare del tempo.( e che probabilmente al momento non ho e chissà se ce l'avrò davvero un giorno.)

Detto questo io ho già due gatti, intanto inizio a pensare il nome per gli altri 25 che è meglio.

venerdì 6 gennaio 2012

PostHeaderIcon Il talento di non averne alcuno.

Nel corso della mia vita, crescendo e affrontando le mie prime passioni mi sono subito resa conto di una cosa che ai tempi mi mise davvero in crisi.
Non avevo alcun tipo di talento.Nulla, zero.
O perlomeno non ne ho mai avuto uno in senso stretto.
Certo riuscivo in determinate attività ma solo perchè mi piacevano molto. Niente senso innato del ritmo, orecchio per le note, voce cristallina per il canto, mano dotata per il disegno(ahimè).
Me la sono sempre cavata nelle cose che facevo perchè sono sempre riuscita a trovarne il modo, non perchè avessi doti innate. E questo per una persona che legge manga era una tragedia.
Capitemi, tutte quelle storie di ragazzi che di punto in bianco scoprono il loro destino, il loro talento Innato e tipo salvano la terra.
La tragedia diventa tripla quando si cresce con una sorella maggiore molto portata per l'arte e per le lingue, un fratello mezzo genio  e una sorella anch'essa molto portata per lo studio precisa, ordinata e molto, molto gnocca. E poi c'eravamo io e il mio senso dell'umorismo incompreso.Ecco.
L'ho già detta quella cosa della tragedia? ecco ecco quella là, una tragedia.
Non ho mai avuto niente di innato se non il mio desiderio di diventare medico, ma quello non è assolutamente un talento.(quella sono io che mi devo complicare la vita.)
Quindi rimanevo fregata comunque.
Insomma io non sto parlando di riuscire a fare le cose, parlo di quella cosa che hanno alcune persone di riuscire senza farle senza nessuno sforzo, al naturale e di riuscirci maledettamente bene per giunta.
Mi è capitato spesso di sentire questa mia stessa "lamentela" da altre persone, di non essere brave in niente in particolare e quindi avere quella sorta di vuoto interiore nella propria bussola del destino( da dove mi sia venuta fuori non so, saranno state le uova di stamattina).
Un giorno persa nei miei ragionamenti mi sono detta "qui bisogna trovare un modo per uscirne, una soluzione".
E l'ho trovata.
E probabilmente fa schifo ma insomma, uno ci prova e poi bisogna sempre apprezzare lo sforzo.
Noi cari miei abbiamo il Talento di non avere nessunissimo tipo di talento, se non il nostro cervello che funziona perfettamente libero da ogni influenza psicologica che un qualche tipo di talento potrebbe darci!
Non sottovalutate per piacere questa cosa che è immensa.
Non sempre il talento è qualcosa di positivo. Non sempre le persone hanno talento in qualcosa che davvero vogliono fare.
Magari la fanno solo perchè gli riesce facile e tutto il resto.
Pensate avere un talento, per esempio i talenti dello sport, e vi ci immergete completamente perchè tutti lo notano e tutti vi dicono di farlo, poi a 30-35 anni la vostra carriera sta finendo e vi accorgete che avete sprecato un terzo della vostra vita a fare una cosa che in fondo non vi piace per un cavolo.
Agghiacciante.
(ovviamente è una possibilità ,un esempio, non che tutti quelli che facciano sport a livello professionale si trovino in questa situazione, o almeno spero per loro.)
Il fatto di non avere talento ci da' una libertà non indifferente sulle nostre scelte di vita.
Possiamo diventare ciò che vogliamo, con il dovuto sforzo e la dovuta volontà.(e senza queste due cose non si va da nessuna parte a mio parere, talento o non talento.)
Poi insomma chissà, struggersi così tanto per il desiderio di saper fare qualcosa serve solo a distoglierci dalle cose che ci piace fare, e mi sembra controproducente non vi pare?
Che poi, chiamatemi pazza, io ho la malsana idea che il talento per qualcosa possa anche nascere alimentato dalla passione e dall'amore che ci mettiamo noi. Non è mai detta l'ultima parola dunque.
Quello che sto cercando di spiegarvi è una cosa banalissima e probabilmente non ve la dovevo neanche spiegare perchè la sapevate già, mannaggia a me e alle uova.
In ogni caso il punto del discorso è che talento o non talento ad un certo punto della vita bisogna guardarsi allo specchio, tirare le somme e capire chi vogliamo diventare, senza stare lì a lasciar perdere perchè non si ha talento.Nulla vi vieta di provarci e e avete, in fondo, grazie al vostro cervello le potenzialità per diventare ciò che volete, con la giusta dose di volontà e anche fortuna, perchè no.Se poi vi manca il coraggio di farlo quella è un'altra questione.
Il talento di non averne alcuno è il talento più figo che esita, è la capacità di poter fare ed essere qualunque  cosa senza essere influenzati da ciò che ci è stato dato dalla natura ma che magari non ci esalta particolarmente.
Insomma mia madre (evidentemente in crisi non vedendo nessun talento in me) mi ha cresciuta dicendomi che avrei potuto fare qualunque cosa, con la giusta dose di volontà di impegno e di sacrificio.
E io con questa convinzione ci sono cresciuta, non tralasciando certo il fatto di rendermi conto dei miei limiti. E la mia mamma ha sempre ragione. Fine della storia proprio.
giovedì 5 gennaio 2012

PostHeaderIcon Il perchè sono convinta che morirò sola insieme ai miei 27 gatti.(Prima prova)

Mi tiro su le maniche della felpa perchè questi argomenti sono i più difficili.Specialmente se decido di fare un esperimento e scrivere senza cambiare niente, tipo flusso ti pensieri, ciao Dickens.
Non ho mai avuto problemi a fare amicizia con le persone, nonostante io abbia evidenti problemi nel mio approccio alla socialità ho sempre "iniziato" amicizie, ma ora mi ha chiamato al telefono mia madre.
Ogni tanto mi faccio chiamare da mia madre la mattina al telefono per paura di non svegliarmi dato che certe volte mi addormento, ma proprio di brutto e la sfigatissima sveglia del cellulare non mi sveglia e c'è questa cosa particolare che se qualcuno mi sveglia e io gli rispondo e tutto c'è un'alta probabilità che io non sia in realtà sveglia ma che gli risponda immersa in una sorta di status sonnambulo nel quale sembro sveglia ma in realtà non lo sono, non lo sono affatto.
Dato che lei si alza  più o meno alla mia stessa ora non le costa niente, se mi sveglio prima la chiamo avvertendola di non chiamarmi.(il che non ha senso, ma boh cortesia.)
Oggi ha risposto mio padre
"pronto?"
"Pronto."
"Ciao dì alla mamma che mi sono già svegliata quindi niente tutto apposto"
"si si glielo dico io"
"Ok ciao!"
"ciao"
E fin qui niente di strano erano le 7 del mattino non è che io e mio padre ci facciamo i discorsoni all'americana alle 7 del mattino su come va la mia vita e cose così, ma neanche alle altre ore del giorno.
Dopodichè alle 9 e 11 il telefono squilla di nuovo, aspetto e spero che vada mia sorella perchè non ho voglia di staccarmi dato che sto facendo questo esperimento sullo scrivere tutto senza fare cambiamenti, esperimento che è evidentemente fallito, ma non importa.
" Pronto?"
"Eh pronto!"
"Mamma ma avevo lasciato detto a Papà che non c'era bisogno che mi chiamassi"
"Ma ha detto che C. si era già svegliata."
"C?"
"eh."
"Ma ero io!"
"eh non ti ha mica riconosciuto!"
"ma come ? ma C. dovevi chiamarla? perchè io mica l'ho svegliata"
"Oddio non lo so."
"Ma come ha fatto a non riconoscermi?"
"eh ma mica vi distingue"
"Padre snaturato!"
"hai fatto colazione?"
"Si."
"quando abbassi la voce so che stai mentendo."
"no ti giuro! è che l'ho fatta alle 5 di mattina."
"Ma tu orari normali riesci ad averli?cosa hai mangiato?"
"Uova."
"uova? seriamente?per colazione?"
"si sono la mia nuova passione."
"cosa?"
"le uova mamma"
"Ma quelle sbattute?"
"si "
"ma te le sai fare?"
"eccome."
"Si ma non diventarmi monotematica nel cibo, che ora che sai fare una cosa dato che sei pigra ti fai solo quello per evitare di imparare a cucinare altre cose."
"Quanta fiducia che riponi in me, Madre."
"beh ora che fai?"
"Eh studierò.Farò cose,stavo scrivendo un poco."
"mangia."
"si."
"Si comunque dopo chiamami eh"
"va bene"
"Ciao C.!"
"ahahaaahah si si fai la simpatica!"

E questo è quanto, e ora sono le 9 e 31  e mi sono completamente dimenticata quello che volevo scrivere quindi niente cioè il discorso lo farò ma non ora,ma pubblico questo esperimento così senza cambiare nulla, però stasera che adesso devo studiare e poi devo chiamare mia madre, e mangiare.
Anzi no lo pubblico ora.alle 10 e 27.

DELUCIDAZIONI CHE MI SONO VENUTE IN MENTE DOPO.
scusate avevo il caps.
C è mia sorella.
Io ho un innato talento nel NON saper cucinare, per questo mia madre si preoccupa che io possa far esplodere la cucina etc
quella cosa del sembrare sveglia e parlare ma non esserlo ha portato ad un sacco di eventi imbarazzanti che prima o poi trascriverò, lo prometto.


venerdì 9 dicembre 2011

PostHeaderIcon Reboot Of Old Thoughts

E' un periodo un po' particolare questo, lo definirei "affollato".
Affollato di pensieri di vario tipo, che spaziano dall'idiozia alle cose più serie, li appunto sempre tutti sul miei fidati word pad pieni di cose scritte a metà ma non li sento ancora "maturi" al punto di renderli pubblici.
Affollato di impegni, specialmente universitari, il che è un bene.
Non ho ancora nulla di pronto per questo blog, ma mi andava di riprendere un vecchio scritto che ho trovato oggi e che è ancora abbastanza attuale..

"Semplicemente tendo ad una deficenza nella mia comprensione giornaliera degli atteggiamenti delle persone in ambito sociale.

O meglio, li comprendo ma mi pervade sempre un senso di incosistenza totale,del nulla.Ne comprendo il probabile motivo,ma lo scopo mi sembra davvero troppo inutile.

Non capisco perchè certe amicizie si debbano basare sull’andare contro ad una persona comune la quale più delle volte è totalmente ignara della cosa, non capisco l’utilità di dover sempre e comunque abbattere l’ego di chi ci sta davanti solo per il gusto di permetterselo, di poterlo fare.Per cosa poi? questo la gente me lo deve ancora spiegare.
Non sono un pezzo di pane,ho i miei difetti e le mie colpe,perchè si sbaglia,sempre e in ogni modo, io non ne sono certo immune.
Ma di sicuro atteggiamenti di questo genere non ci rendono persone migliori.
Ed è questo il punto: alla maggior parte della gente non interessa essere questo.Non è il miglioramento della persona fine a se stesso, per elevarsi allo stato individui in grado di evolvere in qualcosa di distante dal mero esistere,vivere morire, esseri in grado di imparare davvero da quello che ci sta intorno,è rispetto alle altre persone,che ci si vuole sentire migliori.E’ la superiorità che interessa, il comando,il controllo.

Non sono mai stata una pecora,ma non sono neanche una leader.Perchè non mi interessa sentirmi superiore agli altri,non mi interessa dimostrare nulla a nessuno se non a me stessa e alle persone che ripongono fiducia in me.
Non ho mai sentito il bisogno di comandare e di controllare gli individui che mi stanno attorno,ma non ho mai permesso a qualcuno di pensare al posto mio.
E sinceramente trovo che questo sia corretto, a dispetto di tutto.
In giro vedo un sacco di marionette e pochi che si sentono chissà per qualche motivo burattinai,solo perché sanno quel che le persone vogliono sentirisi dire, sanno che parole usare e quando usarle.Ma questo non li rende intelligenti.
Furbi probabilmente,ma non intelligenti.
Sono da sempre convinta che l’intelligenza sia e debba essere qualcosa di completamente diverso.

In realtà sono ben consapevole che esistono persone che si sentono isolate quanto me, estranee e quant’altro.
Penso che in realtà sia una delle sensazioni più comuni quella della solitudine,quindi il punto non è questo.
Cioè in realtà non lo so neanche io quale sia il punto, o forse lo so ma non riesco ad esprimerlo."

Quello che so è che non voglio che la vita mi cambi e mi faccia diventare una di quelle persone aride e indifferenti a tutto e tutti.
Vorrei che la vita mi rendesse una persona migliore o meglio vorrei riuscire diventarlo, riflettendo e prestando davvero attenzione a ciò che ho intorno
Vorrei imparare qualcosa,ma impararla realmente ecco tutto.

lunedì 10 ottobre 2011

PostHeaderIcon In che senso?

Per quanto non abbia ben presente cosa significhi "Disegnare un nome"(un rebus? una rappresentazione del significato? in kanji? Boh!) penso che come prima cosa serva saper disegnare, quindi cercando su google "come disegnare un nome" ecco il primo risultato che mi è uscito!
http://www.disegnamo.it/articoli/index2.php?id=304
Buon disegno di nomi!(?!)

About Me

Le mie foto
Xiao
Entro sempre in crisi quando devo scrivere questa parte,che sia un sito o un forum. Potrei piazzarci una bella citazione a caso e sarei a posto, ma oggi no! Oggi voglio dare il buon esempio! Mettiamola così : Parlando di numeri ho un cane un gatto e due ratti e un pappagalletto. Le mie passioni vanno a giorni alterni, nel senso che quando mi interesso a qualcosa diventa la mia ragione di vita per tot tempo dopodichè mi annoio terribilmente e la lascio lì. Certa gente sostiene che sia simbolo di intelligenza io,invece, sostengo di essere estremamente pigra.Mi piace ascoltare musica,non sono un'esperta perchè non ne ho le capacità, però mi piace parecchio la musica,sì.
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About A Blog

Dovevo scegliere un titolo per questo blog, ho tenuto parecchi blog negli anni e ho sempre usato come titolo il mio nickname e qualcosa tipo "blog" o "world" . La fiera dell'originalità, lo so.
Così volevo trovare un bel titolo, uno di quelli che ti fa dire "WOH!" e"vorrei che fosse venuto in mente a me un titolo del genere!",ma andava bene anche solo "WOH".
Solo che ne volevo uno che spiegasse anche un po' i contenuti-Poi mi sono ricordata che i contenuti non c'erano, o meglio: come classifichi un blog dove hai intenzione di scrivere un bel po' di cose, ma tutte irrimediabilmente diverse?
Nel senso, non volevo un titolo complicato,perchè in realtà se proprio mi si guarda bene ,ma molto bene,sono una persona decisamente semplice. Proprio semplice. Basta un pacchetto di patatine per farmi felice, per dire.Non voglio impormi uno stile o un argomento preciso.
Come dice Hisa "Si dai ,scrivi abbastanza bene ma ogni tanto fai voli pindarici sul nulla" in parole povere "ti fai troppe seghe mentali su cose che non lo richiedono", e io del suo parere mi fido perchè dice un sacco di cattiverie,ma spesso sono terribilmente vere.
Così la mia idea era quella di non elevarmi a scrittrice di blog bravissima che scrive tante cose bellissime, verissime profondissime in italiano correttissimo.
Diciamo che in sostanza voglio solo essere una persona che scrive un po' quello che le pare.Senza per forza dover fare a gara con gli altri o altre robe che a me non esaltano particolarmente.
Dunque mi sono posta una domanda "Ma cosa ci voglio scrivere su sto' blog?" la risposta la trovate nel titolo.